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Musica Occidentale Orientale - Le scienze della voce - Protocollo maggio 2006

anno 2006

Musica Occidentale Orientale
Le scienze della voce
Protocollo maggio 2006

Si è tenuto in maggio a palazzo del Mediterraneo l'incontro Le scienze della voce: sulla impostazione delle voci nel Mediterraneo. Erano presenti studiosi di diverse discipline oltre che studenti e artisti. Impossibilitati ad intervenire Alessandra Orioli per Città della scienza, Antonella Giannini e Massimo Pettorino per Fonetica sperimentale l'Orientale. Giovanni La Guardia introducendo l'incontro ne ha portato il saluto e ha riferito del loro interesse. Ha poi presentato l'incontro come primo contatto fra studiosi in relazione al programma del prossimo Biennio di Musica Occidentale Orientale, che avrà come tema la voce. Studiosa di grande esperienza dei problemi della voce, Irma Ortosecco dell'Istituto Nazionale di Fisica Teorica, con riferimento ai propri percorsi di ricerca, ha dato notizie delle metodologie matematiche applicate all'analisi del segnale vocale, delle esperienze di sintesi del segnale vocale, dei progressi nelle analisi spettrali,delle promettenti prospettive di ricerca relativa ai modelli matematici per lo studio e la realizzazione di segni vocali. Ha richiamato la opportunità di approfondimenti terminologici e sottolineato la utilità della considerazione estetica per quanto riguarda la matematica applicata ai fenomeni della voce. Il tema è stato ripreso da Renzo Carlini che ha ricordato quanto problematici , matematicamente, siano i rapporti fra le note, richiamando le questioni relative al temperamento equabile — la modifica di un certo numero di suoni in maniera che siano assicurate distanze costanti negli intervalli fra le ottave-, e il diverso valore che le note hanno avuto nel tempo . Questioni che non riguardano soltanto il passato, ma che pongono problemi ancora oggi agli esecutori, per es. nella polifonia a cappella. La ricostruzione di tracce sonore, ha osservato, potrebbe utilmente rientrare nella preparazione e nello studio di esecutori avvertiti. E' stata posta la domanda se il temperamento in musica non abbia avuto conseguenze nella definizione dell'assetto fonetico delle lingue europee. E se un passaggio non sia rappresentato dalla prassi e dalla trattatistica barocca riguardante la espressione dei sentimenti. Questione ripresa da Sandra Evagelisti che ha richiamato la necessità di approfondimento della relazione fra aspetti neurologici ed emozioni. Cui si è aggiunta la considerazione degli specifici tratti culturali relative alle lingue storiche. Il maestro Romano ha posto la questione se e come cambi la tecnica vocale a seconda del genere musicale nel quale ci si esprime. Se la preparazione tecnica alla base è sempre la stessa oppure , e a che punto, si differenzierebbero i metodi fra un genere e l'altro. Serena Guarracino, sottolineato l'importanza del suono cantato, l'uso di canzoni, come strumento didattico, ha ripreso la questione della relazione fra la parola e la musica nel canto dal punto di vista neurofisiologico, ponendola come questione dell'ascolto competente, non competente: come si capisce o ci si emozione per qualcosa il cui testo non è conosciuto , o non perfettamente? E ancora quando e come nasce la fisiologia vocale come scienza, quale il peso dello strumentario tecnico, il laringoscopio per es.. Quale rapporto fra scienze e aspetti normativi? Per es. nei processi di differenziazioni sessuate della voce, nelle pratiche del canto, ma anche per quanto riguarda le fisionomie culturali delle voci ( per es. del Mediterraneo.) Un contributo alla comprensioni di alcune delle questioni poste - ha detto Nina Fragassi , presente con il collega Giannini del Dipartimento di Audiologia del II Policlinico, Università Federico II, potrebbe venire da studi medici che recuperino l'esperienza della osservazioni scientifiche sui dislessici , di persone cioè che non sanno interpretare la scrittura . Si tratterebbe di una estensione dello studio della simmetria fra le aree dei due emisferi cerebrali. Varrebbe la pena osservare un ricco campione di "stonati" e vedere se effettivamente dovessero leggersi lesioni , ovvero dissimmetrie o cose simili. Sono disponibili metodiche di risonanza funzionale , che ne consentirebbero la osservazione Sono possibili esperimenti relativi alla capacità di riprodurre un suono dato — è stato suggerito, come pure di distinguere fra persone stonate o che lo siano diventate, fra chi riesce a percepire una nota e chi non riesca, avendola percepita, a riprodurla. Il passaggio da una persona da non intonato a intonato lascia tracce a livello corticale? E ancora, e relativamente alla questione della competenza nell'ascolto: il peso che il cantante lirico tende ad assegnare alla musica non va a discapito della comprensibilità? la comprensione di un testo non potrebbe risiedere nelle affinità culturali e fisiche che presiedono alla nascita di taluni stili vocali. L'esperienza personale relative alla capacità terapeutiche e rieducative del canto riferite dalla signora Sodano e l'invito ad approfondire per temi le molte questioni sollevate in questo primo incontro sulla base di un protocollo da parte di Giovanni La Guardia hanno chiuso l'incontro.




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